Il rugby per l’inclusione (di ……. )
I ragazzi dell’Istituto minorile Beccaria incontrano i loro coetanei, atleti Wheelchair della Polisportiva Milanese. Sabato 23 marzo, alle 16, presso il Centro Sportivo G.B Curioni (via Circonvallazione 51, Segrate Milano) si è giocata una partita fuori dal comune per più di un motivo. Vogliamo diventi un’occasione per il confronto, dove ognuno con le sue specificità e il suo vissuto porta un contributo, ognuno si sente chiamato alla responsabilità, a partire dalle proprie possibilità, per alimentare la riflessione e realizzare un’esperienza significativa di co-costruzione della comunità.
Nato da un’idea dell’educatore Valerio Savino, l’evento è stato accolto con favore dalla direttrice del carcere Cosima Buccoliero e dagli educatori con Angelina De Luca in prima linea su questo progetto, che i contatti con l’esterno li hanno messi ‘a sistema’, ma anche dagli atleti e dagli allenatori della Polisportiva Milanese che non lasciano mai cadere il guanto della sfida. Partiamo dunque dall’esperienza comune della ‘costrizione’ fisica del corpo, che sia tra le mura del carcere o in una carrozzina ma poi andiamo oltre: l’incontro di diverse realtà serve per riconoscerci come parte di una sola realtà, ognuno protagonista di una co-costruzione, insieme dobbiamo costruire il mondo.
Quando lo sport ha valori forti come il rugby diventa metafora di vita e mezzo per costruire uomini ancora prima che atleti, una società ancora prima di una squadra. E così mentre altri Club viravano verso il professionismo, Rugby Milano ha scelto di dedicare ancora più energia ai progetti sociali, portando la palla ovale e i suoi allenatori e giocatori nelle realtà critiche, sul territorio, in città.
Ne sono conseguite una serie di sfide, che oggi coinvolgono il carcere di San Vittorie, quello di Bollate, oratori, centri di aggregazione e scuole di periferia con il più alto tasso di abbandono, ma tutto è partito nel 2008 dall’Istituto Beccaria. Coinvolgere giovani detenuti in un gioco di squadra che è anche sport di combattimento basato sulla gestione dell’aggressività e su un sistema di regole sia tecniche sia etiche, 11 anni fa era una frontiera con cui pochi si erano misurati. Il progetto ha offerto risultati entusiasmanti in termini di contributo alla rieducazione, nel 2012 il Club ha realizzato un documentario – “All Bec, il senso di una meta”- vincitore dell’International Sport Film Festival e oggi ci spingiamo oltre. Vogliamo collaborare all’obiettivo che hanno gli educatori di inserimento dei giovani nella società, passa attraverso l’assunzione di responsabilità, il confronto con gli altri e la collaborazione nel costruire un pezzetto, migliore, di mondo.
…. e la Polisportiva Milanese non si è sottratta, ha raccolto il guanto di sfida con i ragazzi del rugby in carrozzina e si è buttata nella mischia, diventando parte attiva di questo progetto. “